giovedì 27 marzo 2014
martedì 25 marzo 2014
Le ENDORFINE sono i
magici ormoni del piacere, della felicità,
la nostra droga 'endogena', NATURALE!
Vengono prodotte in tutto il tuo sistema nervoso centrale, nel midollo, nell'intestino, nella placenta e probabilmente in tanti altri organi ancora...
Accompagnano sempre gli ormoni dello stress, affinchè ogni situazione difficile risulti gratificante. NUTRONO IL DESIDERIO DI VIVERE.
DURANTE IL PARTO, attraverso lo stimolo di un dolore fisiologico, il loro livello aumenta all'inverosimile e, quando nasce il bambino, ti trovi in una condizione di euforia mai vissuta prima.
Il tuo alto livello di endorfine protegge il tuo bambino dalla sofferenza e dal trauma del parto e gli infonde la voglia di vivere.
la nostra droga 'endogena', NATURALE!
Vengono prodotte in tutto il tuo sistema nervoso centrale, nel midollo, nell'intestino, nella placenta e probabilmente in tanti altri organi ancora...
Accompagnano sempre gli ormoni dello stress, affinchè ogni situazione difficile risulti gratificante. NUTRONO IL DESIDERIO DI VIVERE.
DURANTE IL PARTO, attraverso lo stimolo di un dolore fisiologico, il loro livello aumenta all'inverosimile e, quando nasce il bambino, ti trovi in una condizione di euforia mai vissuta prima.
Il tuo alto livello di endorfine protegge il tuo bambino dalla sofferenza e dal trauma del parto e gli infonde la voglia di vivere.
venerdì 21 marzo 2014
“In
queste pagine parlo ai miei figli, che sono tutto e che già non mi appartengono
più; e parlo a mia mamma, mia mamma che mi manca, e che come tutti, ho sempre
guardato senza capire”.
Il
racconto della nascita di Elia e Sole, avvenuta in casa, è il centro di questo
libro: regalo per loro da parte della loro mamma. Ma anche riflessione
personale, poetica e politica sul recupero dell’energia creatrice della
maternità.
Col
pretesto di narrare ai bambini una storia fatta di scelte, emozioni, e ricordi,
questa voce si rivolge a noi, e ci esorta a riflettere sulle energie e sul
potere del parto: grazie al quale – senza sapere né come né cosa -
nascono non una, ma due persone nuove: la mamma e il bambino.
In
controtendenza rispetto a un mondo che vuole le future mamme intimorite,
fragili e passive, questo libro ci invita avere fiducia nel proprio corpo e in
se stesse in uno dei momenti potenzialmente più simbolici di riconquista del
femminile; a riflettere liberamente, e fieramente convincerci che ciascuna donna
ha in se tutto ciò che serve – coraggio, energia e carica – per viverlo con
forza, consapevolezza e fiducia.
domenica 16 marzo 2014
Elimination Communication,
crescere i bambini senza pannolino, ma come si fa?
Nuova pratica decisamente eco-friendly che sta spopolando
trai neo-genitori statunitensi, laE. C. Elimination Communication (il cui termine è stato coniato da
Ingrid Bauer autrice del libro Diaper
Free! The Gentle Wisdom of Natural Infant Hygiene),
chiamata in questo modo proprio per
sottolineare il fatto che esiste una comunicazione molto profonda tra il
bambino e la sua mamma, ha come obiettivo quello di riuscire a leggere
il linguaggio del corpo del bebè e permettere ai genitori di eliminare, fin dai
primissimi mesi, il pannolino, evitando così sia eritemi e
brutte dermatiti (tenendo inoltre lontani i piccoli dalle sostanze tossiche
presenti in tantissimi pannolini), sia il problema dell’inquinamento, causato
dall’enorme consumo di pannolini usa e getta o dallo spreco eccessivo di acqua e
sapone per quelli lavabili (che sono già un’ottima alternativa a quelli usa e
getta).
Personalmente sono rimasta estranea all E.C.,
finché un’ostetrica non ne parlò, durante il corso pre-parto. Molto
interessata, mi ero ripromessa di tentare almeno un approccio al metodo, ma poi
con l’allattamento e le prime esperienze di coliche e doloretti, ho preferito dedicarmi
pienamente a questi. Oltretutto mi avevano regalato (e ringrazio ancora la mia
amichetta per averlo fatto), un bellissimo e utilissimo kit di pannolini
lavabili, dunque il discorso era chiuso.
Ora trovandomi sul punto di voler (forse un po’
precocemente rispetto alla media) togliere il pannolino alla mia ranocchietta,
che al momento ha esattamente un anno e mezzo, credo che avrei dovuto almeno
provare per un breve periodo prima di buttare definitivamente la spugna.
Un po’ precocemente perché, di solito, nelle società
moderne occidentali è prassi comune che i bambini vengano “spannolinati” intorno ai due/tre anni di età. Arrivati
infatti a questa punto, i piccoli sono già abbastanza maturi per sapere quando
devono andare in bagno ed esprimere il loro bisogno, in modo tale che il
genitore (o chi se ne prende cura) possa portarli sul vasino.
Molti genitori credono però che questo processo debba
iniziare già dalla prima infanzia, osservando il
linguaggio corporeo dei propri figli, in particolare quando
sono così piccoli, attraverso dei segnali comuni quali il pianto, che in genere
è di breve durata e più basso e si interrompe dopo la scarica o lo svuotamento
della vescica ed è diverso dal pianto per fame, oppure il muovere le gambette,
l’essere agitati e infine fare degli urletti.
Un processo dunque molto dolce e naturale,
assolutamente non coercitivo, con cui il bambino, già a partire dai primissimi
mesi, impara con l’assistenza dei genitori a comunicare le sue necessità.
Forse per noi occidentali l’idea di lasciare il bambino
(anche neonato) senza pannolino, potrebbe sembrare alquanto strana, ma in
realtà circa la metà dei bambini del mondo, in particolare in Asia,
Africa e Sud America, non
indossano mai pannolini e all’età di un anno, sono in grado di fare pipì e popò
nel vasino. In Cina ad esempio, i piccoli indossano dei pantaloni speciali
aperti sotto, di modo che quando un genitore vede che il suo bimbo ha bisogno
di “andare in bagno”, immediatamente può portarlo in un posto adeguato.
Solitamente chi decide di approcciare questo metodo,
inizia la pratica, dopo l’attenta osservazione, intorno ai tre mesi di età e molti
genitori testimoniano che i loro bimbetti riescono fare la cacca e la pipì sul
vasino già prima di aver compiuto un anno.
Ovviamente per i primi mesi, il bambino dovrà essere
poggiato sul lavandino, sostenendolo per le gambette. Solo verso i sette/otto
mesi, potrà essere portato sul vasino. Questo serve come una sorta di linguaggio
preliminare che
il bambino associa al fare pipì o cacca, ed è un modo per i genitori di
offrirgli l’opportunità di farlo. Ma è sempre il bambino che decide se ne ha
bisogno o no.
Dunque oltre a essere una pratica
antica usata in moltissime culture (le quali spesso non sanno nemmeno
dell’esistenza dei pannolini usa e getta), amica non solo dei nostri figli ma
anche della natura, aiuta a rafforzare i legami più intimi tra il genitore e il
suo bambino.
Ovviamente per i primi mesi, di solito fino ai 12/18 è
normale mettere il pannolino per andare al ristorante, o fare una passeggiata e
addirittura al parco. Infatti l’E.C. può essere praticata Full
time, non utilizzando in nessuna occasione pannolini o altri
panni impermeabili, proprio per non confondere il bambino, oppure
occasionalmente, Part-time,non sentendosi troppo
costretti in precise regole, rimanendo comunque coerenti con l’obiettivo
dell’eliminazione.
Per il momento, essendo il mio ometto già grandicello
rispetto ai tempi dell’E.C.
e io purtroppo ancora dipendente dal pannolino, sto optando per praticarla
occasionalmente e già so che sarà molto dura (non voglio assolutamente pensare
a quanti vestiti avrò da cambiare, lavare e asciugare), e che ci saranno
momenti di “sciopero” in cui mi sembrerà di tornare indietro anziché andare
avanti.
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