martedì 23 dicembre 2014

BUON NATALE!


Felice la mamma che sa donare la vita per i figli.
Felice la mamma che ama i figli ma non fa dell'amore una prigione.
Felice la mamma consapevole che i figli non sono sua proprietà ma un dono per il mondo.
Felice la mamma che sa educare con dolcezza e determinazione.
Felice la mamma che sa pregare con i figli
Felice la mamma che educa alla gratuità.
Felice la mamma che vive con i figli esperienze d'amore, di rispetto e solidarietà.
Felice la mamma che intuisce le difficoltà dei figli e li sostiene con parole e gesti.
Felice la mamma che veglia sui figli lasciando che seguano la loro strada.
Felice la mamma che condivide con i figli gioie e dolori. Felice la mamma che insegna ai figli a essere migliori e non i migliori.
Felice la mamma che è felice di essere mamma.

Auguro a Tutte Voi, un Felice e Sereno Natale,
Un abbraccio Mariachiara


lunedì 10 novembre 2014

COLOSTRO, PRIMO VACCINO

Il colostro, è un liquido vischioso di colore giallo intenso, a volte quasi arancione, è ricchissimo di anticorpi - viene definito anche “la prima vaccinazione del bambino”- e costituito da acqua, grassi, carboidrati, immunoglobuline, fattori di crescita, proteine, sali minerali ed è tutto quello che necessita al bambino nei primi giorni.

Colostro e doppia pesata

Dato che il colostro è prodotto in piccolissime quantità (5-7 ml per poppata), è praticamente impossibile poter effettuare la doppia pesata e riuscire a misurarlo, ma il fatto che sia prodotto in dosi non rilevabili da una bilancia non deve far incorrere nel pensiero che il bambino “non prende niente”.
Infatti alla nascita lo stomaco del bambino è molto piccolo, ha più o meno la dimensione del suo pugno e quindi può contenere solo pochi ml per poppata.

Importanza del colostro nel post partum

Il colostro viene prodotto nelle prime 30 – 40 ore dopo il parto dopo di che ha inizio la produzione del latte materno.
Oltre a fornire tutto ciò che al bambino necessita per i primi giorni e a proteggerlo con una grande quantità di anticorpi, funziona anche da lassativo per agevolare l'emissione delle prime feci (meconio), evitando così che la bilirubina, sostanza di scarto prodotta dall'eliminazione dell'eccesso di globuli rossi con cui un bambino nasce, venga riassorbita dall'intestino causando l'ittero. 
Inoltre, la produzione dei recettori della prolattina, cellule poste sulla membrana basale degli alveoli (le ghiandole che producono latte) è stimolata da frequenti poppate.
L'assunzione del colostro quindi predispone ad un avvio fisiologico e quindi sereno dell'allattamento ed è un fondamentale investimento per il bambino.

Colostro e bonding

L'Accademia Americana di Pediatria afferma anche per questo che “i bambini sani dovrebbero essere posti e rimanere in contatto pelle a pelle diretto con le loro madri immediatamente dopo il parto, finché non sia avvenuta la prima poppata.”  Questo punto è anche uno dei dieci passi raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'UNICEF per gli Ospedali Amici dei Bambini.
I primi momenti, mediati dalla suzione libera del colostro, sono davvero importanti per la creazione del legame mamma-bambino.
Sappiamo bene come molti mammiferi si rifiutino di accudire un cucciolo che venga temporaneamente allontanato subito dopo il parto... siamo mammiferi e seppur in grado di recuperare questa relazione, grazie al fatto che non siamo forniti del solo istinto, è innegabile che questi primi momenti rappresentino un periodo che richiede particolare cura e attenzione da parte di chi circonda la madre e il bambino.

Il colostro e le società guerriere

Eppure questo liquido così prezioso, in molte culture, ancora oggi, è considerato una sostanza infetta, addirittura da spremere fuori ed eliminare. 
Michel Odent, medico e ricercatore, nonchè autore di diversi testi divulgativi nel libro “la scientificazione dell'amore” ci fa notare come disturbare il primo contatto madre-bambino, e diffondere credenze errate, come quella della nocività del colostro, sono comportamenti pressoché universali... perchè?
Odent cita uno studio di Betsy Lozoff, che indica come nel 62% dei gruppi sociali esistenti, chi assiste una partoriente cerca di svolgere un ruolo attivo... e così manipola, massaggia, a volte cerca di dilatare la cervice manualmente....quasi tutte le culture poi disturbano il primo contatto madre-bambino … a chi vuole approfondire consiglio di leggere " la prima ferita" di Willi Maurer.

Etnologicamente parlando era vantaggioso limitare e controllare la "capacità di amare", sorprende?
In natura, lo sappiamo bene, spesso vince "il più forte" ...e chi usa il cuore, chi ha capacità empatiche, chi ama e rispetta madre terra purtroppo soccombe.
Odent ci spiega come la capacità di amare sia strettamente collegata al processo nascita; ecco che funzionale alla sopravvivenza di una etnia è sempre stato il fatto di avere guerrieri "senza cuore". Nel lungo periodo l'essere più spietati di altri popoli portava alla sopravvivenza del proprio.
I gruppi etnici "vincenti" , quelli che NON si sono estinti, sono quelli che hanno avuto il vantaggio di disturbare il processo nascita.
Maggiori erano le necessità di sviluppare l'istinto aggressivo e la capacità di distruggere altre vite, più invasivi sono diventati i rituali e le credenze culturali relative al periodo prossimo alla nascita (a Sparta quando nasceva un maschietto veniva buttato a terra, se riusciva a sopravvivere, si pensava sarebbe diventato un buon guerriero).
La maggior parte delle culture e dei gruppi etnici pacifici ( che avevano in comune il fatto di non separare il bambino, di non avere rituali che ritenessero il colostro pericoloso ecc) si sono estinti.

Oggi invece vince l'amore?

Se disturbare la nascita ed evitare che il bambino assumesse colostro, ha un'impatto sulla sua capacità empatica e di amore per il prossimo, se questo ha assicurato la sopravvivenza dei più forti, perché oggi dovremmo cambiare le cose?
Odent dice: "Ora che abbiamo raggiunto l'era della consapevolezza ecologica e della scientificazione dell'amore, l'umanità deve, e può, muoversi verso nuove strategie di sopravvivenza." Oggi, la capacità di amare e rispettare il prossimo, oltre che la madre terra, sta finalmente diventando un presupposto fondamentale per la sopravvivenza sia del pianeta che del singolo individo.
Sappiamo inoltre, grazie a Jean Liedloff ed ai suoi studi sulla popolazione di indios Yequana ( indiani che vivono tutt'ora all'età della pietra, nel Venezuela) che effettivamente la riappropriazione dei legami iniziali, che i genitori avvertono istintivamente verso il bambino, sia il primo ed essenziale contributo per educare alla pace in un mondo che gli adulti- bambini non amati di ieri – hanno condotto sull'orlo del baratro.
Jean dall'osservazione critica della vita degli indios arriva esattamente alle stesse conclusioni di Odent: la separazione violenta madre-bambino, le traumatiche privazioni infantili, spesso costituiscono la premessa per la formazione di individui ansiosi, sradicati, aggressivi. ( Per approfondire Jean Liedloff " il concetto del continuum")

venerdì 7 novembre 2014

IL PIANTO DEI NEONATI.

Piango fin che mi pare e piango più che posso. 
Piango perché non so parlare.
Piango per solidarietà con i miei amici.
Piango come piangono i bambini in tutto il mondo.
Piango così qualcuno prima o poi verrà.
Piango perché non so cosa fare.
Piango perché sono stufo di guardare il soffitto bianco.
Piango perché ho fatto tanta cacca.
Piango perché ho caldo, perché ho freddo,
perché sto bene, ma non voglio darvi la soddisfazione.
Piango non so perché, ditemelo voi se lo sapete,
oppure chiedetelo al pediatra che lui ha studiato.
Piango perché per ora è la cosa che so fare meglio.
Piango perché così creo un gran bel putiferio.
Piango perché anche voi alla mia età piangevate.
Non ricordo più perché ho iniziato a piangere,
ma prima un motivo sono sicuro che c’era.
Ovviamente piango perché ho fame e non
arrivo ancora alla maniglia del frigo.
Dopo il pasto piango perché ho mangiato troppo
e ho l’aria nella pancia.
Piangere però non fa male, non si muore di pianto,
anzi se non piangessi morirei.
Quando piango sono sicuro che vi ricordate
di me e che state male per me.
In realtà io non piango mai per niente, quando piango è perché voglio
qualcosa e alla mia età i desideri e bisogni corrispondono sempre.
Perciò non preoccupatevi troppo e sforzatevi invece di capire
di cosa ho bisogno così ci mettiamo tutti calmi e tranquilli.
E fra poco si ricomincia…..



giovedì 6 novembre 2014

ECCO A VOI I NUOVI CORSI :
- SOSTEGNO E PROMOZIONE ALLATTAMENTO AL SENO. 
Iniziativa gratuita patrocinata dal Comune di Albino
Tutti i venerdì dalle 10.45 alle 12.15 presso SenzaPensieri l'ostetrica sarà a disposizione per il controllo della posizione, l'attacco e la suzione del neonato al seno; possibilità di controllo settimanale del peso dei bambini; consigli individuali e di gruppo; gruppo di auto-aiuto fra mamme con neonati di età diverse.
E’ consentito l’accesso in gravidanza per avvicinarsi fin da subito alla pratica dell’allattamento al seno; in caso di urgenza possibilità di consulto telefonico.

Richiesta prenotazione telefonica al n.035773222


- GINNASTICA E COCCOLE POSTPARTO
Ginnastica con il bebè durante l'esogestazione per fortificare ancor di più l’importanza e l’unicità del rapporto madre-figlio.
Il rapporto mamma-bambino nei 9 mesi dopo il parto continua ad evolvere in modo tale che si compia la crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino. Una ginnastica condotta in modo competente ed armonioso da un'ostetrica che aiuterà la mamma a vivere il proprio ruolo, a credere in ciò che sente e a fare ciò in cui crede e a ritrovare la forma fisica.
5 incontri settimanali di un'ora e mezza durante i quali mamma e bambino partecipano attivamente.

Presso SenzaPensieri ad Albino. Richiesta prenotazione telefonica al n.035773222.


- MASSAGGIO NEONATALE

5 incontri di un'ora in cui insieme ad altre mamme imparerete le tecniche di massaggio e potrete condividere un momento di COCCOLE con il vostro cucciolo!

Presso SenzaPensieri ad Albino.  Richiesta prenotazione telefonica al n.035773222.


- CORSO PRE-PARTO, PER SAPERNE DI PIU'.

Un aiuto concreto e pratico per affrontare al meglio i momenti del travaglio, del parto e del puerperio.
7 incontri a partire dalla 26° settimana di gravidanza.
Possibilità di percorso individuale o di coppia: 3 incontri pre-parto e 1 incontro post-partum a domicilio.

Presso SenzaPensieri ad Albino.  Richiesta prenotazione telefonica al n.035773222.






giovedì 16 ottobre 2014

LA BRAVA GRAVIDA..



Fin da piccoli impariamo delle regole: orari per dormire, orari per i pasti, cosa e quanto mangiare, ecc. . Andiamo a scuola e diventiamo grandi, ad un certo punto siamo adulti, “vaccinati e patentati” più o meno tutti. La nostra vita si fonda su delle regole, e coscientemente o meno seguiamo la strada indicata, perchè la conosciamo, è sicura, senza pericoli né angoli bui, la ragione ci dice di farlo.
Ma venire al mondo ha delle regole? E se sì, le segue? La gravidanza travolge e sconvolge in tutti i sensi. Durante il primo trimestre la donna vive delle emozioni contrastanti: nello stesso giorno può essere felicissima e poi piangere, a volte dubita di farcela (sarò una brava madre?), altre invece è sicurissima e inizia a cercare informazioni. Il secondo trimestre solitamente è una fase di benessere per la donna: le nausee sono sparite, inizia a sentir muovere il bambino, la pancia comincia a vedersi, la spossatezza iniziale è passata, lei si sente viva e piena di energia, lavora molto e a volte “si dimentica” anche di essere incinta. Poi arriva l’ultimo trimestre e si insidia nella donna l’idea del parto. La pancia ora è pesante e alla fine della giornata è stanca, i ritmi rallentano, lei non è più veloce ed efficiente come prima. Dorme profondamente, ma si risveglia spesso, pensa al bambino e a quando lo vedrà. Prepara il nido, la stanza per il piccolo, oppure si ritrova all’ultimo senza aver preparato nulla (non ho ancora comprato nulla per il mio bambino). Vuole vederlo, ma ha paura del parto e magari vorrebbe rimandarlo, oppure vuole partorire il prima possibile (non ce la faccio più, spero che nasca presto).
Durante tutta la gravidanza lei è stata diligente, una brava gravida, ha fatto tutto quello che le è stato detto: tutti gli esami, tutte le ecografie, tutte le visite, ha preso tutti gli integratori, anche quelli più difficili da mandare giù. Gli omega3 non li digeriva e il ferro le procurava la diarrea, il multivitaminico, l’acido folico, i fermenti lattici (per prevenire le coliche del neonato) e l’apermus (va tanto di moda, lo prendono tutti, è omeopatico, quindi male non fa!). Lei fa tutto, perchè così le hanno detto e lei si fida, si affida, anzi non da solo la sua fiducia, delega consapevolmente o meno le decisioni e le responsabilità della propria gravidanza e del parto.
Le hanno detto che la testa del bambino è grande (ci passerà???), che le contrazioni sono insopportabili, per cui le consigliano di fare l’epidurale, che donare il sangue cordonale è un gesto bello e altruista, per cui fa i colloqui necessari e firma. Firma perchè informata. Le dicono che è meglio non aspettare tanto per far nascere il bambino. Allora firma per il ricovero e l’induzione, perchè informata. Le contrazioni arrivano all’improvviso, sono forti, violente, non le lasciano il respiro. Il suo corpo vuole scappare, fuggire da quest’attentato, ma non può. Firma per l’epidurale, ora sta meglio e riesce a riposarsi un pochino.
Poi qualcuno le dice che è il momento di spingere, il travaglio è andato avanti molto velocemente. Lei non sente nulla, però spinge (spingere cosa?come?dove?). Non lo sa, ma fa quello che le dicono. Adesso è in sala parto, sul famoso lettino, quando il monitor rileva la contrazione, lei prende aria dal naso, trattiene il respiro e spinge, come le hanno insegnato. Le dicono che non spinge bene e il suo bambino non scende. Allora spinge di più, con tutta la sua forza (devi spingere bene se vuoi che nasca!) e qualcuno mette un braccio sulla sua pancia e spinge il bambino insieme a lei, per aiutarla. Un’altra persona prende le forbici e taglia mentre lei spinge (per l’episiotomia non ha firmato…). Finalmente nasce il suo bambino, lei è stremata ma felice, vorrebbe toccarlo, prenderlo tra le braccia. Non si può, tagliano subito il cordone e consegnano il bambino a un altro gruppo di persone che era già lì ad aspettare. Il sangue raccolto dal cordone non è sufficiente, quindi non può donarlo (e neppure al suo bambino ormai). Le palpano forte la pancia per far uscire la placenta, ma non succede nulla, per cui dopo un po’ la devono addormentare per toglierla. In seguito suturano l’episiotomia e la lacerazione spontanea che ha avuto. La svegliano e la portano nella sua stanza, il suo bambino non c’è. E’ nella culla termica, c’è stato un altro parto e ora sono occupati, glielo portano più tardi.
Deve andare in bagno, allora si alza dal letto aiutata da una giovane ragazza. Le sembra di cadere, le gambe non la reggono molto e ha una sensazione di pesantezza al basso ventre, dove ha i punti. Finalmente arriva in bagno, la ragazza le dice di chiamarla quando ha finito, intanto aspetta fuori dalla porta. Lei cerca di urinare ma non riesce. Le viene solo da piangere. Piange, sola, in bagno. E’ distrutta, è così brutto partorire, è così devastante e faticoso… E’ così lungo e doloroso… E’ tagliata, lacerata… Vorrebbe soltanto il suo bambino… La ragazza bussa, entra piano, senza dir nulla la aiuta a tornare a letto e chiude la porta della stanza. Si avvicina a lei e le chiede come sta, nessuno glielo aveva mai chiesto. Lei non sa cosa rispondere, racconta il suo parto alla ragazza che le sembra gentile. Alla fine la ragazza le chiede “tu cosa ne pensi?”. Anche questo nessuno glielo aveva mai chiesto. Nessuno le aveva spiegato il perchè delle scelte o le aveva chiesto se lei fosse d’accordo, lei si era fidata e basta, era stata brava, aveva firmato il consenso informato. Risponde alla ragazza “non lo so, pensavo fosse normale così”.
Siamo informate davvero? Ci siamo affidati, abbiamo delegato, abbiamo dato a qualcuno ilpotere di decidere, di scegliere cos’è meglio per noi e per il nostro bambino. Abbiamo seguito la strada tracciata, non ci siamo fermati a pensare, a chiedere, ad ascoltare cosa ci diceva il nostro corpo e il nostro bambino. Abbiamo seguito le regole e siamo state brave.

domenica 17 agosto 2014

ALL' ASILO.
..cosa succede quando una donna diventa mamma?
F.(quasi 4 anni) "La pancia diventa una panciona.Il bimbo dà i calcetti,beve il latte perchè il latte è morbido e lui deve mangiare cose morbide. Poi dorme con il silenzio.
Io vorrei essere con il seno perchè io adesso ho i pelucchini (indicandomi i capezzoli) per dare da mangiare al mio bambino.
Sai che se schiacci cosi il seno esce il latte? e il bambino mette in bocca il seno e...fine!
Poi viene il dottore e nasce dalla vagina della mamma."
D.(quasi 5 anni) "Ma come fa a nascere dalla vagina?"
F. " Fa il taglietto!"

..Ma come è arrivato il bambino in pancia?
F. "mmm...non ci ho mai pensato!"

martedì 5 agosto 2014

Alla scuola materna... S. 3 anni: 
S: Mariachiara, sai che da grande anche io avrò le tette grandi e mi uscirà il latte bianco?
 

IO: Dici davvero?
 

S: E sai che anche le bambine nere da grandi avranno le tette NERE e grandi, e anche a loro uscirà il latte BIANCO?
 

....sorrisone!
E' proprio vero che all' asilo si sta bene e si imparano tante cose!




giovedì 10 luglio 2014

venerdì 27 giugno 2014


ALLATTARE


NON è questione di fortuna
NON dipende da quello che mangi e/o bevi
NON dipende dall'introduzione di integratori
NON dipende dalle dimensioni e dalla forma del seno...
NON dipende dalle caratteristiche del capezzolo
NON è sempre facile...

NON dipende dalle caratteristiche del capezzolo

NON è sempre facile...

Allattare è:

NATURALE (siamo programmate per questo)

DIPENDE dalla suzione del bambino (più si attacca più latte avrò)

DIPENDE dallo stato emotivo della madre

RICHIEDE impegno, dedizione, volontà

La mamma che allatta sa bene che spesso si ha la sensazione di "non farcela". Dedicarsi h24 ad un bimbo che dipende completamente da te, non è sempre facile. Bisogna adeguare i ritmi, gli orari, le esigenze...e farli convergere in un'unica direzione. Ma la mamma che allatta sa altrettanto bene che è 'solo' questione di TEMPO. Occorrono dalle 6 alle 8 settimane affinchè questo cammino insieme prenda forma. Una volta assestato...non vorrete più smettere.

Perciò anche quando sembrerà impossibile...non lo è.

La mamma che non allatta sarà madre allo stesso modo. E' una scelta come quelle che siete chiamate a compiere dal momento in cui sapete di essere in attesa. "Forse" l'informazione vi aiuta a scegliere in maniera consapevole.

 Vi abbraccio mamme

domenica 15 giugno 2014

LETTERA ALLA MIA OSTETRICA
Quando verrò da te, informami: l'INFORMAZIONE E' LA CHIAVE.

Non devo trovarla da un'altra parte, tu sei la professionista che mi prepara al parto.


Tu sarai la mia amica, INSEGNAMI AD ESSERE ME STESSA, a connettermi con il mio istinto,A LASCIARMI ANDARE AGLI IMPULSI DEL MIO CORPO.


Quando verrò da te, non prepararmi a sopportare, a tacere, a soffrire.
PREPARAMI A SCEGLIERE, ALLA LIBERTÀ' al di sopra delle mie paure e limitazioni.
Non prepararmi a contare minuti né ore, né centimetri di dilatazione.

Preparami ad ascoltare il mio corpo, a riconoscere ogni passo, a parlare con il mio bambino.

Quando verrò da te, non prepararmi a fidarmi del potere della medicina,
INSEGNAMI A FIDARMI DEL MIO POTERE, DELLA MIA FORZA INEGUAGLIABILE DI DONNA, DELLE CAPACITA' DEL MIO CORPO per provare sollievo.
Tu sarai il mio appoggio.


Non prepararmi ad accettare la mia mutilazione,

insegnami a RISPETTARE IL TEMPO DI CUI IL MIO BAMBINO NECESSITA PER NASCERE,il tempo che serve alla mia vagina per accompagnarlo in questo cammino.
Non insegnarmi a delegare a te perchè allora, tu sarai la responsabile di quello che succede.
PREPARAMI A PRENDERE LE DECISIONI, DAMMI IL POTERE e con esso, 

LA RESPONSABILITÀ DEL MIO PARTO.
 

TU CHE DAI LUCE A CHI DA' ALLA LUCE,
DIMMI CHE IN ME CI SONO LA FORZA E IL POTERE NECESSARI PER DARE VITA.
Dimmi che sarai lì se ho bisogno di te, MA CHE NON HO BISOGNO DI TE.
Quando verrò da te, SII LA MIA AMICA, IL MIO SOSTEGNO, LA MIA LUCE.
SII CHI PRESERVA IL MIRACOLO DELLA NASCITA DA QUALSIASI INTERVENTO NON NECESSARIO.


SII LA MIA OSTETRICA!

mercoledì 28 maggio 2014

Molte volte "non ci pensiamo" oppure semplicemente "non lo sappiamo"...
E' possibile stabilire una comunicazione MADRE/BAMBINO già in utero.
Questa coscienza è ben presente in altre culture, come l'Africa e l'Asia per esempio...ma va perdendosi nei popoli occidentali.
Davvero nella nostra cultura moderna si riflette tropo poco sul fatto che un bimbo non nasce dal nulla.

I nove mesi di gravidanza sono già Vita e portano con sé l'inizio di tutte le competenze, comprese quelle comunicative.
Parlategli, ascoltateli 


parto NATURALE!

domenica 11 maggio 2014

" Mi strinsi al fianco della mamma,
ed ancora sentii addosso i suoi bei capelli,
come l' ala di un angelo,
..pensavo, e fui davvero felice! "

(Charles Dickens)


Un augurio speciale a tutte le mamme!



martedì 6 maggio 2014

TUTTE LE MAMME HANNO IL LATTE.

Il latte materno ha da sempre costituito il nutrimento per il piccolo dell'uomo, e ha quindi sostenuto la nostra specie da tempo immemorabile. Allora perché nel XX secolo si è assistito a una drammatica diminuzione dell'allattamento al seno, a vantaggio del latte artificiale?
Quali implicazioni sta avendo questo cambiamento di stile di vita sulla salute psico-fisica e sullo sviluppo dei bambini? È proprio vero che allattare è una questione di fortuna, o sono altri i motivi che portano molte mamme a ritenere erroneamente di non avere latte a sufficienza, o che il loro latte non sia adeguato?
Questo libro vuole dare una risposta a queste e a molte altre domande sull'allattamento, spiegando in modo chiaro ed esauriente i motivi che portano oggi moltissime madri a ricorrere al latte artificiale.
Usando un linguaggio semplice e scorrevole viene proposta un'accurata e documentata analisi dell'impatto del tipo di alimentazione nei primi anni di vita, riportando le più recenti e affermate raccomandazioni ufficiali e le azioni intraprese dalle istituzioni a livello europeo e italiano.
Il libro non si rivolge soltanto a genitori e futuri genitori, ma anche a operatori sanitari, educatori, e a tutti coloro che hanno a che fare con mamme e bimbi piccoli, come anche a chiunque sia interessato a temi di ecologia, salute pubblica e consumo consapevole.
Lettori e lettrici verranno così condotti alla scoperta di una pratica naturale, accessibile, economica, piacevole e soprattutto salutare per i bambini, le famiglie e il pianeta.

Paola Negri - Tutte le mamme hanno il latte - SECONDA EDIZIONE

venerdì 18 aprile 2014

Per nove mesi, ovvero tutta la sua vita, non è mai stato solo. 
Ha vissuto sempre e soltanto insieme alla sua mamma, un tutt'uno con lei. 
Poi improvvisamente nasce, una manciata di ore di travaglio, pochi minuti in caso di cesareo, ed eccolo catapultato in un altro mondo dove tutto è nuovo e sconosciuto. 
L'unica cosa che conosce già in questo strano mondo, persi tutti i punti di riferimento della vita di prima, è la mamma. 

È davvero tanto strano che per sentirsi al sicuro, per stare bene, abbia bisogno di lei?



giovedì 3 aprile 2014

Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta, 
senza distinzione,
senza altro nome 
che quello di uomo. 
Ti auguro di vivere 
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere 
senza sospettare o condannare 
nemmeno a fior di labbra. 
Ti auguro di vivere in un mondo 
dove ognuno abbia il diritto 
di diventare tuo fratello 
e farsi tuo prossimo.

(Jean Debruynne)





martedì 25 marzo 2014

Le ENDORFINE sono i magici ormoni del piacere, della felicità,
la nostra droga 'endogena', NATURALE!

Vengono prodotte in tutto il tuo sistema nervoso centrale, nel midollo, nell'intestino, nella placenta e probabilmente in tanti altri organi ancora...
Accompagnano sempre gli ormoni dello stress, affinchè ogni situazione difficile risulti gratificante. NUTRONO IL DESIDERIO DI VIVERE.

DURANTE IL PARTO, attraverso lo stimolo di un dolore fisiologico, il loro livello aumenta all'inverosimile e, quando nasce il bambino, ti trovi in una condizione di euforia mai vissuta prima.
Il tuo alto livello di endorfine protegge il tuo bambino dalla sofferenza e dal trauma del parto e gli infonde la voglia di vivere.



venerdì 21 marzo 2014




“In queste pagine parlo ai miei figli, che sono tutto e che già non mi appartengono più; e parlo a mia mamma, mia mamma che mi manca, e che come tutti, ho sempre guardato senza capire”.

Il racconto della nascita di Elia e Sole, avvenuta in casa, è il centro di questo libro: regalo per loro da parte della loro mamma. Ma anche riflessione personale, poetica e politica sul recupero dell’energia creatrice della maternità.

Col pretesto di narrare ai bambini una storia fatta di scelte, emozioni, e ricordi, questa voce si rivolge a noi, e ci esorta a riflettere sulle energie e sul potere del parto: grazie al quale – senza sapere né come né cosa -  nascono non una, ma due persone nuove: la mamma e il bambino.

In controtendenza rispetto a un mondo che vuole le future mamme intimorite, fragili e passive, questo libro ci invita avere fiducia nel proprio corpo e in se stesse in uno dei momenti potenzialmente più simbolici di riconquista del femminile; a riflettere liberamente, e fieramente convincerci che ciascuna donna ha in se tutto ciò che serve – coraggio, energia e carica – per viverlo con forza, consapevolezza e fiducia.


domenica 16 marzo 2014

Elimination Communication, 

crescere i bambini senza pannolino, ma come si fa?


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Nuova pratica decisamente eco-friendly che sta spopolando trai neo-genitori statunitensi, laE. C. Elimination Communication (il cui termine è stato coniato da Ingrid Bauer autrice del libro Diaper Free! The Gentle Wisdom of Natural Infant Hygiene),
chiamata in questo modo proprio per sottolineare il fatto che esiste una comunicazione molto profonda tra il bambino e la sua mamma, ha come obiettivo quello di riuscire a leggere il linguaggio del corpo del bebè e permettere ai genitori di eliminare, fin dai primissimi mesi, il pannolino, evitando così sia eritemi e brutte dermatiti (tenendo inoltre lontani i piccoli dalle sostanze tossiche presenti in tantissimi pannolini), sia il problema dell’inquinamento, causato dall’enorme consumo di pannolini usa e getta o dallo spreco eccessivo di acqua e sapone per quelli lavabili (che sono già un’ottima alternativa a quelli usa e getta).
Personalmente sono rimasta estranea all E.C., finché un’ostetrica non ne parlò, durante il corso pre-parto. Molto interessata, mi ero ripromessa di tentare almeno un approccio al metodo, ma poi con l’allattamento e le prime esperienze di coliche e doloretti, ho preferito dedicarmi pienamente a questi. Oltretutto mi avevano regalato (e ringrazio ancora la mia amichetta per averlo fatto), un bellissimo e utilissimo kit di pannolini lavabili, dunque il discorso era chiuso.
Ora trovandomi sul punto di voler (forse un po’ precocemente rispetto alla media) togliere il pannolino alla mia ranocchietta, che al momento ha esattamente un anno e mezzo, credo che avrei dovuto almeno provare per un breve periodo prima di buttare definitivamente la spugna.
Un po’ precocemente perché, di solito, nelle società moderne occidentali è prassi comune che i bambini vengano “spannolinati” intorno ai due/tre anni di età. Arrivati infatti a questa punto, i piccoli sono già abbastanza maturi per sapere quando devono andare in bagno ed esprimere il loro bisogno, in modo tale che il genitore (o chi se ne prende cura) possa portarli sul vasino.
Molti genitori credono però che questo processo debba iniziare già dalla prima infanzia, osservando il linguaggio corporeo dei propri figli, in particolare quando sono così piccoli, attraverso dei segnali comuni quali il pianto, che in genere è di breve durata e più basso e si interrompe dopo la scarica o lo svuotamento della vescica ed è diverso dal pianto per fame, oppure il muovere le gambette, l’essere agitati e infine fare degli urletti.
Un processo dunque molto dolce e naturale, assolutamente non coercitivo, con cui il bambino, già a partire dai primissimi mesi, impara con l’assistenza dei genitori a comunicare le sue necessità. 
Forse per noi occidentali l’idea di lasciare il bambino (anche neonato) senza pannolino, potrebbe sembrare alquanto strana, ma in realtà circa la metà dei bambini del mondo, in particolare in Asia, Africa e Sud America, non indossano mai pannolini e all’età di un anno, sono in grado di fare pipì e popò nel vasino. In Cina ad esempio, i piccoli indossano dei pantaloni speciali aperti sotto, di modo che quando un genitore vede che il suo bimbo ha bisogno di “andare in bagno”, immediatamente può portarlo in un posto adeguato.
Solitamente chi decide di approcciare questo metodo, inizia la pratica, dopo l’attenta osservazione, intorno ai tre mesi di età e molti genitori testimoniano che i loro bimbetti riescono fare la cacca e la pipì sul vasino già prima di aver compiuto un anno.
Ovviamente per i primi mesi, il bambino dovrà essere poggiato sul lavandino, sostenendolo per le gambette. Solo verso i sette/otto mesi, potrà essere portato sul vasino. Questo serve come una sorta di linguaggio preliminare che il bambino associa al fare pipì o cacca, ed è un modo per i genitori di offrirgli l’opportunità di farlo. Ma è sempre il bambino che decide se ne ha bisogno o no.
Dunque oltre a essere una pratica antica usata in moltissime culture (le quali spesso non sanno nemmeno dell’esistenza dei pannolini usa e getta), amica non solo dei nostri figli ma anche della natura, aiuta a rafforzare i legami più intimi tra il genitore e il suo bambino.
Ovviamente per i primi mesi, di solito fino ai 12/18 è normale mettere il pannolino per andare al ristorante, o fare una passeggiata e addirittura al parco. Infatti l’E.C. può essere praticata Full time, non utilizzando in nessuna occasione pannolini o altri panni impermeabili, proprio per non confondere il bambino, oppure occasionalmente, Part-time,non sentendosi troppo costretti in precise regole, rimanendo comunque coerenti con l’obiettivo dell’eliminazione.
Per il momento, essendo il mio ometto già grandicello rispetto ai tempi dell’E.C. e io purtroppo ancora dipendente dal pannolino, sto optando per praticarla occasionalmente e già so che sarà molto dura (non voglio assolutamente pensare a quanti vestiti avrò da cambiare, lavare e asciugare), e che ci saranno momenti di “sciopero” in cui mi sembrerà di tornare indietro anziché andare avanti.

mercoledì 26 febbraio 2014

Lettera alla Prima figlia.


"Cara prima figlia,
da quando non sei piu sola so che la tua vita è cambiata. Ecco, sappi che è cambiata anche la mia.
Ed ho deciso di scriverti.

Per tutte le volte che ti addormenti e lui ti sveglia piangendo.
Per tutte le volte che tu, stanca di camminare, vorresti stare sul "tuo" passeggino e c'è lui.
Per tutte le volte che al supermercato compro l'omogenizzato alla pera per lui e dimentico il latte per te.
Per tutte le volte che mentre giochiamo, sul più bello, ti giri e mi trovi a cambiargli il pannolino.
Per tutte le volte che stai in ginocchio sulla sedia per mangiare e lui ti guarda dall'alto del "tuo" seggiolone.
Per tutte le volte che fai una torre altissima con i lego e lui la fa cadere, puntualmente.
Per tutte le volte che ti pettino ed un minuto dopo lui ti tira i capelli.
Per tutte le volte che tu piangi e a lui viene da ridere. E per quelle in cui lui piange e tu cerchi di farlo ridere.
Per tutte le volte che fai la doccia perchè non c'è tempo per due bagnetti.
Per tutte le volte che ti lascio all'asilo mentre mi guardi andare via con lui.
Per tutte quelle volte che ti domandi perchè non sei più sola. E per tutte quelle in cui vorresti esserlo.
Ecco, per tutte queste volte, voglio chiederti scusa. Per averti tolto tutto ciò che prima avevi.
Però, cara prima figlia,
voglio dirti che anche se non lo sai ancora, c'è della magia tra voi due.
Un amore che altrimenti non avresti mai conosciuto, e l'amore va vissuto perchè è la cosa più bella della vita. E più ce n'è meglio è.
Salterete sul letto ridendo in silenzio quando spegnerò la luce e chiuderò la porta, giocherete in spiaggia fino al tramonto anche quando saranno andati tutti via, mi farete la linguaccia di nascosto mentre borbotterò di fare i compiti.
Vi dividerete l'altalena, la merenda, e il papà.
Guarderete fuori dallo stesso finestrino durante i nostri viaggi. Ed i vostri, senza di noi. E le nuvole sdraiati sull'erba e le stelle sdraiati sulla sabbia, raccontandovi sogni e desideri. Perchè i vostri occhi sono uguali anche per questo. Avrete gli stessi ricordi che vi uniranno per sempre.
E anche quando litigherete sappi che ancor prima di smettere di farlo avrete già fatto pace.
Lui sarà per te ciò che non sarò io, e non potrà essere nessun altro.
E capirai presto di non poterle più immaginare le giornate senza di lui.
Voglio dirti che sei e sarai una sorella favolosa, perchè tu sei speciale.
Sei la mia prima figlia, e sarai sempre "la mia prima volta che".

Con il cuore che batte forte,
mamma."

martedì 28 gennaio 2014

“Un bimbo che stava per nascere si rivolse al Signore: Mi dicono che domani mi farai scendere sulla terra. Come potrò vivere così piccolo e indifeso?.  
Fra tanti angeli ne ho scelto uno per te. Lui ti proteggerà. Rispose Dio.                                         E continuò: Il tuo angelo canterà per te parole dolci e tenere, con infinita pazienza e tenerezza ti insegnerà a parlare ... 
Ma il bambino chiese con apprensione: Come potrò parlare ancora con te?                                Il tuo angelo unirà le tue manine e ti insegnerà a pregare. Rispose Dio con dolcezza infinita.
Ho sentito dire che la terra è abitata da uomini cattivi… Chi mi difenderà? Chiese il bimbo preoccupato.             
Dio, guardandolo con tenerezza gli rispose: Il tuo angelo ti difenderà a costo della propria vita.                          
Ma il mio cuore sarà sempre triste, Signore, perché non ti vedrò più! Disse il bimbo con molta tristezza.           
Il tuo angelo ti parlerà di me e ti indicherà il cammino per ritornare alla mia presenza.Sappi, però, che io sarò ogni istante accanto a te!                                                                                         In quel momento si diffusero delle voci e dei rumori ed il bambino angosciato gridò a gran voce: Signore, sto scendendo verso la terra! Dimmi ancora una cosa: qual è il nome del mio angelo?!?                                           
E Dio sorridendo rispose: Il nome non importa, tu lo chiamerai…Mamma.